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Il gin: storia e caratteristiche del distillato più amato del momento

Il gin è un distillato forte, chiaro, tipicamente incolore prodotto dalla distillazione di un fermentato ottenuto da frumento ed orzo in cui viene messa a macerare una miscela di erbe, spezie, piante e radici: i botanicals. Immancabili le bacche di ginepro che ne caratterizzano il profumo e il gusto.

Il nome del distillato deriva dal nome delle piante di ginepro che producono le bacche.

Negli ultimi anni stiamo vivendo il Rinascimento del Gin, con stime (pubblicate da Technavio, agenzia specializzata in statistiche e market survey) che prevedono per la quota di mercato un aumento in valore di 6,68 miliardi di dollari entro il 2026. Un trend che per il 43% è guidato dal Vecchio Continente.

A crescere a un ritmo più sostenuto sono soprattutto le categorie di gin premium e super-premium, mentre la crescita risulta più lenta per le categorie entry level.

Ma in realtà non sono gin strambi, anzi ,il gin si sta legando a molti territori e alla fantasia dei distillatori più dotati, che riescono a trovare combinazioni esaltanti. E questo ci porta a pensare che il gin sia un capolavoro alchemico, è il distillato che più cangiante, quello che può essere manipolato e scolpito dalla creatività di chi lo fa. La sua natura apolide lo rende perfetto per esaltare alcuni botanicals unici.

Ma qual è la storia di questo distillato in continua evoluzione?

Il gin è stato elaborato per la prima volta nei Paesi Bassi verso la metà del Seicento ad opera di un medico dell’Università di Leida, Francisco Della Boe, meglio noto come Franciscus Sylvius il cui intento era quello di trovare un rimedio per curare i soldati olandesi che si ammalavano di febbre nelle Indie Orientali.

Dall’Olanda il gin si diffuse sempre più in Inghilterra, la quale raggiunse l’apice della produzione allorché Guglielmo III di Orange nel 1690 vietò l’importazione di distillati stranieri, primo fra tutti il cognac degli acerrimi nemici francesi, favorendo così l’utilizzo delle eccedenze di cereali per la produzione di alcool da destinare alle distillerie di gin. La produzione divenne così importante che addirittura si arrivò ad utilizzare tale bevanda come parte del salario da destinare agli operai; le conseguenze furono gravi ed importanti soprattutto dal punto di vista sociale per l’aumento del tasso di alcolismo nella popolazione più povera con importanti ripercussioni di ordine pubblico e di sicurezza. Il governo inglese tentò di porre rimedio con il Gin Acts ma senza esito.

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